Anita, una donna di successo dal punto di vista lavorativo, si rivela un totale disastro nelle relazioni amorose. A partire dalla fine del suo ultimo amore inizia un’analisi interiore profonda e faticosa volta a riportare a posto alcuni tasselli del suo passato.

Il racconto è introspettivo, doloroso e sincero. Narrato in prima persona, si sposta tra passato e presente, tra gli eventi che accadono e le riflessioni che nascono dalla mente della protagonista, tra le sedute con il suo terapeuta e le relazioni interpersonali.
È particolare proprio la figura dello psicologo, definito come un nonno che è lì ad ascoltare e dare saggi consigli a una giovane nipote. Questo personaggio occupa molte parti del romanzo e il motivo sembra quello di voler testimoniare l’importanza e la normalità di chiedere un supporto nei momenti più difficili della propria vita.
Lo stile di scrittura è molto lineare e scorrevole, tanto da renderlo un libro da divorare in poco tempo. Unica nota per chi inizia a leggerlo: ci sono dei salti temporali tra un capitolo e l’altro che soprattutto all’inizio potrebbero disorientare, io solo nel pieno della lettura mi ci sono abituata.
Ammetto che non mi aspettavo assolutamente che questo libro rientrasse nel genere che amo. Va giù, in profondità, a scandagliare il passato di Anita e dare significato a tutto ciò che ha vissuto in passato e che ora la coinvolge nella vita adulta. Sono riuscita a entrare in perfetta sintonia con lei e sono convinta che molti aspetti della protagonista siano anche quelli dell’autrice stessa, infatti non riuscivo a immaginare figura diversa da quella di Claudia Lagona, in arte Levante, di cui adoro la musica e la personalità e che ora mi affascina anche come scrittrice.